Operazione MILVUS: Unità Cinofile Antiveleno dei Carabinieri forestali a lavoro nel Parco Nazionale dell’Aspromonte

Dal 23 al 26 maggio 2022 tre Unità Cinofile Antiveleno (UCA) dei Carabinieri forestali composte da tre conduttori e da quattro cani hanno effettuato ispezioni nel Parco Nazionale dell'Aspromonte per verificare l'eventuale presenza ed uso nel territorio di bocconi avvelenati.
L'operazione MILVUS è stata condotta dalle UCA del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri (CUFAA) in coordinamento con l'Ente Parco Nazionale dell'Aspromonte ed in sinergia con il Raggruppamento Carabinieri Parchi Reparto P. N. Aspromonte. L'iniziativa sarà ripetuta periodicamente grazie ad un accordo che Ente Parco e CUFAA hanno stipulato nell'ambito del progetto LIFE MILVUS con l'obiettivo di collaborare nella prevenzione e contrasto all'uso illegale del veleno.
Questa pratica, purtroppo, è molto diffusa in Italia e provoca ogni anno la morte di centinaia di animali domestici e selvatici, comprese specie rare e minacciate. Il veleno viene utilizzato soprattutto, ed inutilmente, per eliminare potenziali predatori del bestiame incustodito o di specie cacciabili, nelle dispute tra cercatori di tartufi o, più semplicemente, per regolare dissidi tra vicini di casa.
L'uso di esche e bocconi avvelenati ha conseguenze imprevedibili e può provocare la morte, atroce, di numerosi animali: quelli che ingeriscono direttamente il veleno e quelli che si cibano di animali morti avvelenati. Si tratta di un reato odioso, che viene punito in base a vari articoli del codice penale oltreché a varie leggi nazionali e regionali e ad una specifica Ordinanza del Ministero della Salute.
Le ispezioni delle UCA si sono concentrate nella parte meridionale del Parco, nella quale tra pochi mesi avrà luogo la liberazione di giovani nibbi reali come prima tappa del programma di reintroduzione che, nell'arco di alcuni anni, punta a riportare questo splendido rapace a volare nei cieli dell'Aspromonte grazie al progetto LIFE MILVUS.
Una delle minacce più gravi per la conservazione del nibbio reale è proprio l'uso di bocconi avvelenati perché questa specie si alimenta principalmente di animali morti e questo importante ruolo ecologico di "spazzino" dell'ambiente naturale, che elimina residui potenzialmente pericolosi e ricicla biomassa, può costargli la vita.
Le ispezioni sin qui effettuate non hanno rilevato la presenza di veleno, comunque le UCA effettueranno controlli periodici ed interverranno con urgenza qualora dovessero verificarsi episodi sospetti. Le UCA sono in grado di individuare bocconi e carcasse così come di rinvenire sostanze tossiche pure e di supportare i carabinieri forestali nello svolgimento di perquisizioni. Il CUFAA dispone di 16 UCA che operano in tutta Italia e che vengono attivate su richiesta delle istituzioni territoriali e di polizia giudiziaria o a seguito di segnalazioni effettuate al numero di emergenza nazionale 112.

Le Unità Cinofile Antiveleno dei Carabinieri nel Parco Nazionale dell'Aspromonte

Uno dei cani delle Unità Cinofile Antiveleno dei Carabinieri forestali

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