Reintroduzione del nibbio reale nel Parco Nazionale dell’Aspromonte

Perché

Nel secolo scorso le coppie di nibbio reale presenti in Calabria sono progressivamente diminuite: dapprima la specie è scomparsa dalla parte meridionale della regione e, in seguito, si è quasi del tutto estinta anche nella parte centro-settentrionale. Questo drammatico epilogo è per lo più frutto della persecuzione diretta perpetrata ai suoi danni.
L'ecosistema rurale è stato privato di una componente importante, che contribuisce al mantenimento di un ambiente sano: il nibbio reale, infatti, svolge l'importante funzione di eliminare e riciclare le carcasse degli animali morti, tiene sotto controllo le popolazioni di roditori e limita il numero di gazze e cornacchie. Tutto ciò senza provocare nessun tipo di danno a coltivazioni e bestiame. Questo magnifico rapace, inoltre, rappresenta un elemento di grande attrazione turistica.
Il Parco Nazionale dell'Aspromonte appare un'area idonea al ritorno della specie perché vanta condizioni favorevoli da un punto di vista socio-ambientale ed un importante grado di protezione. Per farvi nuovamente insediare il nibbio reale, però, è indispensabile l'attuazione di un programma di reintroduzione. E' improbabile, infatti, che questo rapace possa ricolonizzare naturalmente questo territorio sia perché non vi sono popolazioni nidificanti limitrofe (la più prossima è in Basilicata) sia perché è solito nidificare nei pressi dell'area di nascita. Per questa sua caratteristica, chiamata "filopatria", il nibbio reale si espande in nuove aree solo lentamente e quando le popolazioni sono molto numerose.
Il "Piano di fattibilità per la reintroduzione del nibbio reale" elaborato dall'Ente Parco Nazionale dell'Aspromonte ed approvato dall'Istituto Superiore per la Protezione Ambientale ISPRA ha confermato che una simile operazione ha buone possibilità di riuscita.

Esempio di prelievo di giovani nibbi reali nel nido

Giovane nibbio reale

Giovane nibbio reale dotato di GPS e placche alari, pronto per la liberazione

Come

La reintroduzione si basa sulla liberazione di giovani nibbi reali provenienti da paesi donatori, un metodo già adottato con successo in Toscana meridionale nell'ambito del progetto LIFE Save the Flyers tra il 2007 ed il 2014 ed utilizzato in precedenza, su più vasta scala, in Gran Bretagna. Nel Parco Nazionale dell'Aspromonte si prevede la liberazione di circa 90 giovani nibbi reali nell'arco di cinque-sei anni. L'area donatrice è la Basilicata, regione che ospita la popolazione nidificante più importante d'Italia. Il programma di reintroduzione prevede varie attività.

  • Il censimento dei nidi nelle aree donatrici ed il loro monitoraggio, allo scopo di individuare i nidi idonei dai quali prelevare giovani nibbi reali di età compresa tra le 4 e le 5 settimane.
  • Il prelievo dei giovani, che viene effettuato solo in quei nidi nei quali siano presenti due-tre pulcini. Almeno un pulcino viene sempre lasciato nel nido in modo che i genitori possano portare a termine la riproduzione.
  • La collaborazione del personale del CEN Corse nelle attività di censimento e di monitoraggio effettuate dei nidi della Basilicata dal personale incaricato dal Parco Nazionale dell'Aspromonte. Inoltre, il CEN Corse svolgerà due stage ad hoc per il personale italiano incentrato su queste attività, nelle quali vanta una notevole esperienza.
  • Il trasferimento dei giovani dall'area di prelievo alle voliere di un centro di ambientamento e rilascio realizzato nel Parco Nazionale dell'Aspromonte (Valle Amendolea).
  • La permanenza dei giovani in voliera per un periodo di ambientamento di circa 45-60 giorni.
  • La preparazione degli animali al rilascio con l'applicazione di anelli metallici, di placche alari di riconoscimento e di datalogger GPS/GSM. Le placche alari, applicate su entrambe le ali, riportano un codice che permette di identificare gli esemplari liberati anche da grande distanza ed hanno una durata di oltre quattro anni. Ciascun esemplare viene dotato anche di una radiotrasmittente VHF per seguirne gli spostamenti a breve raggio.
  • Il rifornimento di una mangiatoia antistante alle voliere, molto utile nel primo periodo successivo alla liberazione, quando i nibbi reali non possono contare sul supporto dei genitori e devono imparare a conoscere il territorio prima di diventare autonomi dal punto di vista trofico. Un sistema di videocontrollo della mangiatoia permette di riconoscere gli esemplari cha la utilizzano e, assieme ai dati forniti dai datalogger GPS/GSM ed alle osservazioni sul campo, contribuisce all'efficace monitoraggio dei risultati della reintroduzione.

Giovane nibbio pronto al rilascio

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